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L'immagine, quella con la I maiuscola,

l'ha inseguita per una vita:

ferma nella fotografia, dinamica

nei video d'Arte, fissa su metalli,

tele e carta.

Inseguita per emozione, per allegria,

per curiosità per i diversi ruoli:

grafico, pittore, scultore, videasta, critico...

"pour la beauté du geste".

 

Nel 1941, il giorno dell'attacco di Pearl Harbor, Mimmo nasce a Bitonto. Sua madre morirà di tifo qualche mese dopo, mentre il padre è ancora al fronte.

Di famiglia modesta, si laurea in Legge e, dopo lunghi soggiorni a Palermo e Torino, si trasferisce a Bari, dove si sposa nel 1969 con Rosa. Nasceranno due figli, Francesco e Alessandro, anche loro artisti e collaboratori a fasi alterne delle avventure paterne.

Autodidatta, appassionato di letteratura, di politica e di mitologia greca, Mimmo segue nel 1970 un Corso di Grafica ad Urbino, che lo forma all'arte dell'incisione.

Sin dai primi collages giovanili, fino agli assemblages metallici della maturità, ha cercato di catturare il fascino ambiguo della Parola, dell'Immagine e del gioco della seduzione amorosa.

 

In questa ricerca, ha zigzagato fra mostre personali e collettive, edizioni di cartelle di acqueforti e serigrafie, numerosi happenings all'Expo Arte di Bari, due volumi fotografici ("Quelli che" e "Bari che..."),

 

l'ideazione di un'importante rassegna sul

neo-surrealismo

"Il Nodo di Gordio", video d'Arte, la pubblicazione di diversi libri di pastiches

e poesie ("Amemipiace",

"Non sparate sull'artista"), contribuendo per 50 anni alla vita culturale pugliese.

Dal 2013, ha partecipato alla creazione del Gruppo REC (Ricerca Estetica Contemporanea) con mostre, video e performances collettive.

                 Mimmo Avellis

Bio

 

 

 

 

 

 

Contatti

mimmo avellis
mimmo avellis expo arte bari puglia

 

 

Pietro Marino, critico d'arte (1976)

"A Mimmo Avellis non vanno giù - si capisce subito - i marchingegni del Potere, i trionfi della Merce, le astuzie del Sistema. Ma come si fà a scoprirne i giochi e gli inganni con le armi della figurazione? Anche l'arte, come tecnica virtuosa del bel fare, fabula de lineis et figuris, sta sul trono del perbenismo borghese. Lo sforzo di Avellis appare quello di riciclare, per così dire, i codici e i materiali dell'arte, per farne una sorta di comunicazione alternativa, di tipo popolaresco. Intanto, si vede subito che egli imposta la sua polemica con una buona dose di ironia aggressiva e corrosiva, che trasuda dal segno nervoso ed approssimativo, con energia panflettistica. Egli abbassa, insomma, il livello della comunicazione, ma l'apparente immediatezza del gesto, l'allusione o lo sberleffo, nascono da una complessa manipolazione di tecniche e linguaggi. Moduli della figurazione fra realismo ed espressionismo, echi dada e pop, supporti e materiali grafici sono utilizzati con un eclettismo che tende alla condensazione di umori fantastici. Il lampeggiamento connotativo procede per emblemi, insegne, analogie e metafore, innesti scritturali. 

I risultati testimoniano una sorta di vitalità che si libera fra stratificazioni e strappi, sovrapposizioni segnaletiche e improvvise rarefazioni. E denuncia così il rapporto autentico che l'artista intrattiene col suo mondo e col suo tempo."         

                                                                                                                             

Ettore De Marco, dalla prefazione al volume “Quelli che...” (1985)                      

"Scaltriti dall'uso della fotografia come documento visivo nella ricerca artistica e antropologico-sociale, gli autori, reggendo un gioco davvero raffinato, si fanno protagonisti di una sorta di cauta indagine sull'umanità varia che ci circonda, dandoci biografie per immagini, talvolta lette con malizia e capaci di sintetizzare aspetti essenziali di vita culturale barese."

 

Santa Fizzarotti, dalla prefazione al volume “Il Nodo di Gordio” (1986)

"... In Puglia, alla fine del XXe secolo, gli artisti di questa rassegna propongono istruzioni surrealiste, nel tentativo di ristabilire le regole del gioco creativo, ricco di rimandi interiori, di scivolamenti di piani, di intrecci e di immagini ermetiche, aperte ad infinite interpretazioni. Si tratta di frammenti di sogno che riescono a comporre il mosaico scintillante di una terra dedicata al Sole, rivolta ad Oriente, disposta ad accogliere le suggestioni felici di personaggi storici carismatici e potenti... E' questo il sogno indicibile di un anti-critico e della sua Arte!"

Anna d'Elia, dalla presentazione della mostra “Olimpo Privato” (1992)

"Mimmo Avellis ci offre l'ultima mossa di quella partita iniziata molti anni fa con l'Arte. Questa volta non usa fotografie, né video o performances, opta per acquerelli e pastelli. (...) L'Olimpo è di casa in questa mostra, che ritrova dietro ogni figura divina un vizio, riportando - come voleva Nietzsche - gli dei sulla terra. Se è questo il filo conduttore della mostra, molti altri si intrecciano nella trama fitta di citazioni e allusioni, che danno vita con humour ai personaggi dell'Olimpo (...) Ogni tavola è un anagramma, un gioco da decifrare e comporre, per attraversare in tandem i territori sacri e profani dell'Arte."

Maria Vinella, critica d'arte (1992)

"Tu, Mimmo, entri nei recessi del linguaggio agendo sui differenti gradi della fantasia individuale; non riproduci meccanismi o stili, ma modelli – o meglio, desideri. È in nome del desiderio che tradisci ogni codice, ogni regola, ogni legge.

Per te, l'Arte è un sistema da violare, con la provocazione, con l'ironia, con il nonsense, la tua è una presa di posizione poetica; quella dell'apocalittico (direbbe Eco) che, piuttosto di ridurre la realtà nelle regole linguistiche estetiche, allarga l'infinità del potenziale processo creativo dell'Arte... Mediante il recupero di istanze contraddittorie, attui il ricorso allo sviamento tipico delle avanguardie dadaiste-surrealiste: un rovesciamento dissacratorio condotto a favore della liberazione dei sensi, secondo una rivendicazione del sociale, del sessuale, del politico, dell'estetico che fonde arte, poesia e sociologia.

Sventrare il linguaggio è – per te – sollevarlo dal meccanismo borghese della produzione. Ed è così che le radici sociologiche del tuo fare arte si conquistano uno spazio ideologico."   

                                         

Patrizia Calefato, dalla prefazione al volume “Bari che” (2004)

“Ho cercato Bari negli occhi, nelle pose, nelle connessioni estemporanee o doverose, nelle didascalie oracolari, nel modo stesso di succedersi l'un dietro l'altro dei volti che sfilano nelle pagine di questo libro. Ho cercato l'attimo segnato su un'espressione (o su un'impressione), il così ero/così sono/così sarò – perché la fotografia consegna il corpo all'imperfetto dipanarsi del tempo – in questa Bari intrappolata nella surmodernità, in questa Bari che...

...È la scrittura, del resto, a poter dire della mancanza o della pienezza della visione: allora, così come la didascalia lega e il nome proprio assicura al ritratto il suo tempo, questa mia apertura può ancora un poco indugiare nel chiedere agli occhi che la seguono – che siano quelli dei personaggi ritratti o quelli dei lettori voyeur di questo libro – di riuscire a guardare al di là di dove lo sguardo si fissa...”

Alvaro Spagnesi, storico dell’arte, ideatore artisti Archeomoderni

prefazione al volume “Poetiche ambiguità” (2015)
Sarcasmo – Ironia - Visione Surreale - Taglio Icastico - Irriverente approccio ad ogni categoria di sacro – Dadaismo intelligente - Sguardo sulle ossessioni e tabù della società contemporanea (dalle sessuali alle politiche). Questa lista potrebbe continuare e non riuscirebbe ad esaurire la gamma cromatica dei valori presenti nella lunga attività di artista sperimentale a 360° di Mimmo Avellis. Illuminista-Illuminato dei nostri tempi impegnato a strapazzare mode e costumi con il taglio profetico-poetico dei veri uomini di cultura, Mimmo non ha mai lesinato energie alla full immersion nelle vaghe cose dell’arte contemporanea sulla rotta tracciata dalle Avanguardie Storiche senza cedere alle scelte da intellettuali à la page e anzi, vogando contro-corrente ha bacchettato ogni atteggiamento dettato da obiettivi politici o economici, scegliendo la libertà d’espressione, scevra da ogni secondo fine.
Ho conosciuto Mimmo negli anni ’90, Paolo Baracchi direttore, ahimè scomparso, della rivista fiorentina “Eco d’arte moderna” per la quale scrivevamo entrambi, parlando di Mimmo mi disse “è il tuo alter ego barese”. Sono ancora grato “al piccolo grande Paolo” per quello che ho sempre ritenuto un grande complimento, ma devo dire che Mimmo è sempre stato molto più avanti di me, nell'elaborazione artistica di modelli  di critica sociale. Se è vero infatti che abbiamo condiviso incursioni nel cinema underground di taglio artistico e la sperimentazione dei più svariati materiali nonché la cura di vari temi storico-artistici fino a dedicarci alla prima mostra degli artisti archeomoderni, avvenuta in Puglia nel 1997, è anche vero che Mimmo esplica la sua vena creativa attraverso tutti gli elementi che ho elencato all'inizio e che io possiedo solo in parte.
Mimmo è un poeta contemporaneo che con tecniche di comunicazione visivo-letteraria punta il dito sulle piaghe della nostra società per non farci dimenticare che la responsabilità è anche nostra, e che riesce a strapparci un sorriso amaro di autocommiserazione, primo passo sulla via per una presa di coscienza. L’opera di Mimmo consiste nel pungolo morale che scaturisce dalla sua cristallina “ A-MORALITA' ."

 

Essere un ossimoro vivente
Edita da WIP Edizioni l’ultima opera di Mimmo Avellis, il creativo barese 
Italo Interesse (21 Ottobre 2015, Quotidiano di Bari)

Mimmo Avellis non ha più bisogno di presentazioni. Questo “non-poeta praticante e artista ricercante” da oltre mezzo secolo bracca ‘il’ nesso fra immagine (perfetta) e parola (assoluta). Lo bracca con ogni mezzo. E quando non bastano foto, dipinti, acqueforti e serigrafie, allora, irriducibile come Achab, insegue la sua balena bianca organizzando rassegne di neo-surrealismo (‘Il nodo di Gordio’), editando volumi di versi-immagini (‘Amemipiace’)... Il suo ultimo colpo di fiocina s’intitola ‘Poetiche ambiguità’, un agile volumetto pubblicato da WIP Edizioni questa estate. Il libro è stato poi presentato sabato scorso al Torrione di Bitonto, città natale di Avellis (la presentazione è stata condotta dal Presidente di AnimArsi Stefania Cassano ; ha dialogato con l’autore Alvaro Spagnesi, storico dell’arte ; letture di Liliana Chiari, accompagnamento del mezzosoprano Idilia Annese e del maestro Gianni Deserio al pianoforte). In ‘Poetiche ambiguità’ il creativo barese (tale per lunga adozione), muovendosi con disciplinata anarchia fra poesia e immagine, si conferma giocoliere del verbo, funambolo del sostantivo, clown dell’aggettivo, mago del doppio senso, domatore di quell’altra brutta bestia che è il sottinteso... Insomma un circo del quale il Nostro è Direttore, acrobata, inserviente... ‘Poetiche ambiguità’ non è opera per non-vedenti, perché è da mangiare con gli occhi per quanto è illustrato (non ci pare il caso di specificare di chi siano le immagini). Un po’ franco tiratore, un po’ giullare (ma senza obbligo di corte), Avellis trafigge con ironia leggera, spara in rima, si fa beffe di molto e molti, svolazza strampalato. Ai suoi strali-filastrocca non sfugge l’Olimpo, non sfugge l’Antico Testamento. Non sfugge nemmeno sé stesso. Con grande autoironia s’interroga sui ‘mitici’ anni sessanta. La gioventù barese li ha consumati giocando al biliardo invece di rimboccarsi le maniche e inventarsi qualcosa : “Stavamo aspettando Godot? Macché! Sognando Brigitte Bardot”. Come un cavallo pazzo Mimmo non disdegna sgroppate nelle praterie della buona poesia : “Sono la ferita e la sutura... la notte delle paure e l’alba che le cancella... sono l’Amore o qualcosa del genere”... Ma chi è Mimmo Avellis? A lui piace “essere un ossimoro vivente”, essere “felice, infelice, altalenante ma Vivo”. E a chi gli chieda di definirsi lui di nuovo sfugge : “Sono un infaticabile e poliedrico voyeur dell’anima”... Quarantasette densissime pagine, un piccolo presidio culturale a difesa del sogno, un antidoto alla noia, alla banalità volgare e omologata della massa, un rifugio all’oppressione esercitata dai massimi sistemi.

Ricerche Estetiche Combinatorie

Mostra "Se combiner" (2017) a cura di Edoardo Trisciuzzi

"Si può dire che tutta la lunga esperienza artistica di Mimmo Avellis sia stata improntata al gioco combinatorio, in particolare nelle spregiudicate associazioni di parole e immagini che caratterizzano gran parte dei suoi lavori. Avellis è ormai da tempo protagonista indiscusso della scena artistica barese, grazie soprattutto a un'innata capacità di riconoscere lo spirito del tempo e di restituirlo con uno giudizio critico dissacrante e mai altezzoso.

Fin dagli anni Settanta, la sua militanza permanente si è espressa attraverso un vasto repertorio tecnico, dai collage alla grafica, dalla scultura al video e ai componimenti verbo-visivi. Questi, in particolare, si contraddistinguono per una continua manipolazione di forme testuali e figurative, al fine di alterare le relazioni tra significante e significato, sull'esempio del semi-automatismo surrealista o delle elaborazioni della Poesia Visiva.

L'ironia dei doppi sensi – di lontana ascendenza boettiana e pascaliana – contraddistingue anche alcuni lavori direttamente ispirati ai padri della letteratura combinatoria, come il dipinto Esercizi di stilo (2013), evidente omaggio all'amato Raymond Queneau. In mostra, Avellis presenta Suite Géometrique, un'installazione di quadri e sculture di formato ridotto che, come in un caleidoscopio, indagano il processo generativo delle figure geometriche. L'associazione quasi simbiotica dei lavori non è casuale e sottende le relazioni tra gioco combinatorio e inconscio nell'attività artistica. Da fiero epigono bretoniano, infatti, Avellis non cessa mai di sperimentare sempre nuovi accostamenti imprevisti di linee, colori e parole e vi scopre un significato irrazionale, o almeno la sua premonizione."

«Non sparate sull’artista» di Mimmo Avellis

http://www.sololibri.net/Non-sparate-sull-artista-Mimmo.html Francesca Barile 14 giugno 2013

© Riproduzione riservata

"Intellettuale pugliese, Mimmo Avellis regala questo libretto esile, ma, come si soleva dire un tempo, assai compendioso.
Scanzonato, dotato di ironia e autoironia e grande esperto d’arte, Avellis decide di scrivere un divertissement dove accanto a presentazioni di opere contemporanee e del passato affianca divertenti aforismi e poesiole scritte da lui medesimo.

Nato da riflessioni sorte in seguito all’organizzazione da parte sua di mostre di artisti contemporanei, il libro non si rivolge tanto a critici d’arte o addetti ai lavori che forse sorriderebbero compiaciuti davanti alla competenza e all’acume critico-satirico dell’autore quanto a un pubblico più vasto che si accosta alle opere d’arte più recenti con inquieta circospezione.

Lo stile e la natura dello scritto sembra ammiccare in maniera non tanto celata ai movimenti artistici e letterari del primo Novecento e in particolare al Futurismo e al dadaismo per l’arguta ma garbata ironia che non nasconde talvolta una decisa bocciatura per determinate opere pur plaudite dai più come capolavori o quasi.
Avellis si sofferma sui movimenti artistici più recenti, successivi agli anni Cinquanta-Sessanta arricchendo le pagine con illustrazioni di alcune opere artistiche contemporanee ma anche di lavori originali realizzati in famiglia dai suoi figli.
Lo scrittore non si limita però alla sola pittura o scultura, ma si apre tout court anche a cinema e musica dimostrando in ogni campo competenza e spigliatezza.Tra una critica e l’altra l’autore inserisce i suoi aforismi e alcune poesie scritte con dotta disinvoltura.

Scorrevole nello stile, abbellito da giochi di parole divertenti e acuti, sempre in bilico tra satira e seria critica , il libro piacerà tantissimo agli addetti ai lavori, agli studenti d’arte che potranno imparare con il sorriso tra le labbra ma anche ai non adepti che, grazie all’amabile scrittura di Avellis, saranno guidati nel mondo dell’arte senza timore e noia."

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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